Il 33/33/33 è un blend di tre uve autoctone campane: nasce da uve 33% Greco, 33% Fiano e 33% Coda di Volpe. L'etichetta di questo vino quindi è un po' la sua stessa carta di identità. Inoltre sempre in etichetta viene riprodotto un antico disegno raffigurante la vigna da cui nasce questo vino. Si tratta, infatti, di una mappa presente all'interno della Platea (catasto nobiliare) del luglio 1714, redatta a mano da un tecnico dell'epoca per censire i beni che si trovavano sotto il feudo della famiglia Pignatelli. L'originale si trova ancora oggi nel castello longobardo Pignatelli Della Leonessa di San Martino Valle Caudina.
Il 33/33/33 affina due anni sulle fecce fini. Quello che si ritrova nel bicchiere è un vino di grande materia, che oppone una bella resistenza quando si fa roteare il calice. Il colore ricorda la paglia, una paglia che vira verso l'oro luminoso e vivo. Il naso, come il colore, ricorda anch'esso la paglia, profumata di fiori di campo con una leggera scia di spezie quasi pungenti e un infuso balsamico. Il sorso del 33/33/33 si presenta di intensità, complessità e ricchezza tali da tradurre e trasmettere la filosofia che ispira le pratiche agricole che il produttore ha scelto. Il vino non ha parola ma parla comunque. Da subito il bevitore del 33/33/33 carpirà l'ispirazione filosofica della biodinamica dell'azienda e sarà catturato dal suo fascino. La bocca alterna grassezza e sapidità. Si dice che un grande vino debba avere perfetta corrispondenza fra vista, olfatto e bocca: 33/33/33 è un valido esempio.