Aveva quindici anni Marie-elodie Zighera quando decise di lasciare la città per continuare a scrivere quelle pagine di vita iniziate dai suoi antenati, lì in quell'angolo incontaminato del Beaujolais, fuori dall'abitato di Fleurie. Un angolo diventato ormai o per fortuna famoso grazie alla celeberrima collina della "Chapelle de la Madone" che svetta sulle vigne di Clos de Mez. Il nome di questo Domaine assume un doppio significato, potrebbe derivare dall'antico francese "meix" che significa "case coloniche". E in questo lembo di terra di dimore rurali oggi ce ne sono poche, ma quella di Marie c'è ancora ed è costruita con quelle stesse pietre di cui si compone anche la terra e con essa le viti. Oppure, più semplicemente è l'acronimo di Marie-elodie Zighera "M.E.Z." Sono viti che crescono nelle parcelle più prestigiose della zona, una a Morgon con viti di oltre 80 anni, una a Fleurie le cui viti hanno almeno 50 anni. Va da sé che in entrambi i vigneti le rese sono bassissime, ma al pari ciò garantisce una magnifica qualità del frutto.
Eppure la storia di questa azienda è relativamente recente, era il 2006 quando Marie dopo tanti anni di conferimento delle sue uve alle cooperative sociali ha deciso di regalare al mondo la sua personale filosofia, che profuma di cose antiche più che di innovazione. La sua filosofia guarda sempre agli insegnamenti del passato piuttosto che alle moderne pratiche enologiche. Segno e frutto anche delle tante esperienze acquisite nel passato. Marie, infatti, ha lavorato in diversi Domaine sia in Beaujolais che in Côtes du Rhône, per terminare poi nella Côte de Nuits. Ed è stato proprio lì che durante una vinificazione del Clos Vougeot, invitata una sera ad una degustazione di vecchie annate di Gamay ne ha avvertito ancor di più il potenziale. E ha deciso di iniziare la sua personale produzione. Ed oggi produce tre referenze di cui due sono vinificate ispirandosi alla Borgogna, dunque con fermentazioni a grappolo intero, solo "Mademoiselle M" è invece frutto di macerazione semicarbonica, lo stile quasi inconfondibile del Beaujolais, e proviene da un bel vigneto di Fleurie vicino alla cantina. In tutte e tre le referenze è, però, possibile trovare un minimo comune denominatore: energia gustativa e complessità olfattiva giocano e danzano all'unisono in ogni bottiglia prodotta da Marie. Unica pecca è l'esigua produzione, ma unico ed inestimabile tesoro è la fortuna di avere almeno una bottiglia di Clos de Mez in cantina.