Claré J.C. è frutto di un esperimento a produzione limitata, con il quale Vajra riscopre un'antica tecnica di produzione del nebbiolo, testimoniata nel Seicento, quando si imbottigliava il vino a fermentazione non completata, per mantenerlo fragrante e vivace al sorso. Riprendiamo qui tra virgolette quanto affermato proprio da Giuseppe Vajra "La descrizione del Nebbiolo fatta da Thomas Jefferson nel 1787, ha fatto sì che continuassimo a scavare nei giorni pre-Juliette Colbert. Quello che abbiamo trovato è stato impressionante: dalle lettere di Anna Riccardi Candiani a Renato Ratti, da Gian Battista Croce, il gioielliere reale di Casa Savoia, a Padre De Fanti, monaco di Cherasco, molti i "protocolli di vinificazione" del Nebbiolo. Qui abbiamo scoperto la preferenza per vini leggermente colorati, frizzante e dolci del tempo. Ci si è aperto un mondo…"
E così in Claré J.C. il mosto viene lasciato a contatto con le uve (per il 18% complete di tutto il grappolo, quindi anche delle parti verdi) per un periodo limitato. Questa breve macerazione regala un nettare molto fresco, vinoso, dinamico, di eccezionale bevibilità.
Il Claré J.C. è un nebbiolo vivido, che richiama la ciliegia e il succo di melograno, con sbuffi di spezia dolce e fiori d'arancio. Sorso di decisa impronta acida, fruttato, e dai tannini setosi. Ottimo d'estate, sorseggiato fresco con antipasti, piatti speziati, fritti delicati e barbecue