Slow wine:
Bibenda:
2017
2018



91/100





Denominazione: | Barbaresco DOCG |
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Annata: | 2019 |
Regione: | Piemonte, Italia |
Tipologia: | Rosso |
Vitigni: | Nebbiolo 100% |
Colore: | Rosso granato luminoso |
Profumo: | Aromi di fiori appassiti come la rosa, la viola; frutta a polpa scura matura o in confettura, arancia, ciliegia, mora; note erbacee di radici, di tabacco |
Gusto: | Sontuoso, potente, minerale, sapido, con un tannino tenace ma non invasivo, elegante |
Gradazione: | 14% |
Temperatura di Servizio: |
16-18°C |
Formato: | Bottiglia 75 cl |
Vigneti: | Uve Nebbiolo appartenenti al cru Serraboella, ad un'altitudine compresa tra i 280 e i 320 m s.l.m., con esposizione a Ovest, dove i terreni sono ricchi di marne, fossili, sabbie e calcare. L'allevamento è di tipo Guyot, e l'impianto è datato circa 1953-1980 |
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Vinificazione: | Raccolta manuale, diraspatura e pigiatura, fermentazione alcolica con macerazione con capello sommerso dalle 3 alle 6 settimane, in serbatoi d'acciaio |
Affinamento: | Il vino affina in legno di circa 15 anni non tostato per almeno 18 mesi |
Filosofia Produttiva: |
Vino biologico |
Il "SORÌ Paitin" Barbaresco Serrabolella dell'Azienda Agricola Paitin è un vino prodotto a partire da sole uve Nebbiolo appartenenti al cru Serraboella, una distesa di viti ad un'altitudine compresa tra i 280 e i 320 m s.l.m., esposte a Ovest, su una collina che man mano, crescendo, si irrigidisce orientandosi pian piano verso Sud. Ci troviamo nel Comune di Neive, dove i territori sono quelli delle Langhe e i terreni sono ricchi di marne, fossili, sabbie e calcare. Le viti di Nebbiolo da cui si produce questo vino sono localizzate nel punto più caldo di Serraboella, infatti in nome "Sorì" sta ad indicare proprio il primo punto in cui si scioglie la neve con i primi raggi invernali che pare sia anche un metodo antico usato per scegliere gli appezzamenti migliori di Nebbiolo. L'allevamento è di tipo Guyot, e l'impianto è datato circa 1953-1980. La raccolta è manuale, l'uva in cantina viene diraspata e pigiata, segue poi la fermentazione alcolica con macerazione con cappello sommerso dalle 3 alle 6 settimane, tutto in serbatoi d'acciaio. Il vino affina poi in legno di circa 15 anni non tostato per almeno 18 mesi. Il vino si presenta al calice con un colore rosso granato intenso, carico e luminoso. Al naso gli aromi spaziano dai fiori appassiti come la rosa, la viola, alla frutta a polpa scura matura o in confettura, arancia, ciliegia, mora, alle percezioni erbacee di radici, di tabacco e ad una leggera nota speziata. In bocca il vino è sontuoso, ricco, avvolge il palato in una mineralità ben equilibrata ad un carattere sapido che, insieme alla tenacia di un tannino che non invade i sensi, lascia il palato soddisfatto di questa esperienza sensoriale.

Sono ormai due secoli che la famiglia Elia si dedica alla vite e produce vino. È una storia lunga, fatta di 8 generazioni di vignaioli in un territorio meraviglioso come quello delle Langhe. Ci troviamo in Piemonte, tra i Comuni di Neive e Barbaresco, nei terreni vocati all'allevamento vitivinicolo soprattutto di Nebbiolo, ma anche di Barbera ad esempio. Intorno a questa realtà enoica girano essenzialmente tre parole chiave: "Arziste" (resistere/perseverare), "Vardé" (osservare/custodire) e "Elevé" (elevare/trascendere). C'è la resistenza e la perseveranza di una famiglia di contadini che di generazione in generazione ha tramandato tecniche, doti e segreti che hanno permesso la creazione di un legame profondo con la natura, le viti e le sue radici; è proprio in quest'empatia uomo-natura, dove l'uno dona all'altro, che si formano opere meravigliose. Si osserva la terra e si rimane incantati e innamorati, per cui ne si custodiscono i caratteri, le sfumature; si comprendono quali sono le condizioni migliori per la terra, per la vite e per la natura, e di ognuna ci si prende cura, con dedizione, affinché gli elementi siano sempre in armonia tra loro.

Lumache al pomodoro

Genovese alla napoletana

Fagiano alla cacciatora