Il Carema DOC "Sumie" di Muraje pare la rappresentazione in un liquido di quello che sarebbe la rappresentazione su tela del suo territorio. Siamo nell'Alto Piemonte. Carema non è un luogo così conosciuto e forse per questo ancora così prezioso. Nascosto tra rocce Moreniche, ai confini tra il Piemonte e la Valle d'Aosta, in questo antro di immane bellezza paesaggistica, le vigne sono allevate tra 300 e 600 metri sopra il livello del mare. Le vigne si arricchiscono di bellezza artistica, grazie al tradizionale allevamento a pergola localmente detta "topia". Ma aldilà della bellezza questo sistema ha una sua principale funzione, a dimostrazione della saggezza della tradizione. Le pergole infatti sono formate dai cosiddetti Pilun, delle scale in pietra che hanno la funzione di accumulare calore durante la giornata e di rilasciarlo durante la notte. In questo modo si cerca di contemperare e attenuare alle fredde temperature della notte. Questo nebbiolo non è mai scontato, diventa agile e pronto e non conosce ostilità una volta imbottigliato. Merito delle escursioni termiche e anche dell'affinamento riservato al Sumié che riposa in tonneaux e barrique esauste per 18 mesi. Appena 900 bottiglie prodotte per questa rara bellezza.
Il Carema DOC "Sumie" di Muraje è sconvolgente. E' un vino pieno di espressioni ma soprattutto è generatore di sensazioni e di emozioni. Siamo di fronte a uno di quei vini che non può solo essere descritto "asetticamente". E' un vino che va oltre. Rapisce l'anima e lo fa già nel suo colore. Colore fittissimo di un intenso rosso rubino. Tanto consistente che pare materia liquida che diventa solida. Pienezza agli occhi tanto è bella la sua estetica. Il naso è la ciliegia rossa, la prugna, poi la pietra e torna all'eleganza con note floreali di peonia e violetta. E' estasi. E' brio e finezza in un tutt'uno, tra narici che non si stancherebbero mai di affondare in questo calice. Tanto tutto ciò sia soddisfacente si potrebbe pensare anche di non assaporarlo, ma siamo esseri umani e la debolezza e la curiosità sono insiti in noi. Così appena le labbra toccano questo liquido il palato diventa rotondo e morbido, avvolgente, con una sostanza fine e polposa. Acquista progressivamente carnosità e densità. E' un continuo masticare, pare che sia materico il suo sorso che mentre richiama il frutto poi si assesta su rimandi di macchia mediterranea. Pur essendo di corpo il vino mantiene una costante acidità, garantendo una notevole freschezza. Il finale mantiene un registro goloso, pieno di polpa che sa di ciliegia, spezie dolci e ritmi minerali. Pare che respiri la sua terra.