L’azienda, a conduzione familiare e intitolata al padre Lorenzo, è a Coccaglio (Brescia). I vigneti sono più difficili da coltivare, ci sono terrazzamenti e la collina non è così garbata. Le aziende più note di Franciacorta non sono qui, ed effettivamente l’unica a distinguersi nella zona è Faccoli, ma è altrettanto innegabile che i terreni più ricchi di minerali e la particolare esposizione donano a queste uve – se ben lavorate – caratteristiche uniche. Vigneti che vanno dai 3-4 anni fino ai 30. Quelli migliori si usano per il Senza Dosaggio. L’uvaggio, rosè a parte, è sempre Chardonnay al 60%, Pinot Bianco al 35%, Pinot Nero al 5%. Nel Rosè il Pinot Nero sale al 40%, rimanendo comunque minoritario rispetto alle uve bianche. Il vino più prodotto è il Brut, 20mila annue. Poi Extra Brut, 15mila. Rosè, 10mila. Pas Dosè, 5-6mila. Faccoli è l’emblema dell’artigiano di Franciacorta. Un unicum, nella terra dei viticoltori-industriali. I suoi vini sono sempre caratterizzati da una beva molto verticale e con percentuali zuccherine bassissime. Quando non inesistenti. Tutti i vini di Faccoli sono, tecnicamente, millesimati. Ogni anno si vinifica solo quella vendemmia. Nessun blend tra annate diverse. Nell’etichetta, però, l’unico millesimato dichiarato è il Senza Dosaggio perché solo questa tipologia sosta sui lieviti quanto richiede il disciplinare (almeno 36 mesi, mi pare). Il Brut affina in bottiglia sui 18-24 mesi, Extra Brut sui 24-36, Rosè 36, Pas Dosè 48 (ma esistono oscillazioni per ogni annata).
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